Efficienza e Efficiacia: se si sfoglia il Dizionario di ingegneria, fondato da Eligio Perucca nella seconda edizione rinnovata e accresciuta da Federico Filippi (Torino, Utet, 1968-1977) alla voce “rendimento” si legge:
Volendo razionalizzare l’uso dei termini rendimento, efficienza, efficacia, resa, il primo di essi dovrebbe essere riservato a indicare il rapporto adimensionato, sempre ≤1, di due quantità di energia, rispettivamente utile e spesa.
In pratica però il termine “rendimento” (e talvolta non si sa bene perché, dicesi anche rendimento “specifico”) è usato per indicare il rapporto di due grandezze fisiche omogenee, misurate con la stessa unità di misura e in cui al denominatore appare sempre l’ammontare della grandezza di cui si è dovuto “far uso” per compiere una certa operazione (o una serie di operazioni) mentre al numeratore appare l’ammontare della stessa grandezza che risulta elaborato e utilizzato in detta operazione. Di conseguenza il rendimento è sempre grandezza fisica adimensionata e <1.
La “resa” propriamente dovrebbe essere termine utilizzato per indicare il rapporto tra due grandezze non equidimensionate utile a caratterizzare la convenienza di una certa operazione, la “efficacia” , che etimologicamente significa la capacità di produrre l’effetto adeguato o conveniente, sul medesimo Dizionario si legge che «il termine sarebbe ben più corretto in molti casi di efficienza o rendimento». L’efficienza invece è termine normalmente viene utilizzato sempre per indicare un rapporto tra due grandezze equidimensionate ma in questo caso, a differenza del rendimento essa può esprimere un numero che può risultare anche maggiore dell’unità. Si parla infatti di efficienza “di un profilo alare”, “di un diffusore”, “di scambio di materia”, “di comunicazioni”, eccetera.
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