Burzio e Pareto. Ingegneria e sociologia a
confronto
La connessione tra
il Pareto e il Burzio, che dell’ingegnere-sociologo studiò e apprezzò gli studi
tanto da dedicargli numerosi suoi scritti, si può sintetizzare nella
commemorazione che il futuro teorico del demiurgo tenne a Ginevra il 4 marzo
1924[1].
Filippo Burzio, giovane laureato, quando ancora era assistente di Modesto
Panetti al Politecnico era rimasto impressionato dalla lettura del Trattato di sociologia generale appena
pubblicato. Da allora il riferimento al sociologo, che allora era docente a
Losanna, sarà continuo e ricambiato. [2]
Dei
miei cinque maestri, Pareto è apparso ultimo nella mia vita. Credo, anzi, che
non avrà successori, poiché l’età incalza, né si può sempre rimaner scolari.
[…] Io uscivo appena da un’epoca della mia vita in cui il mio diritto alla
Poesia aveva faticosamente preso il sopravvento sulla tirannia in certo modo
ereditaria della Tecnica e della Scienza. Fui dapprima seccato di ritrovarmele
fra i piedi, sia pure in veste politica. Deposi il Trattato di Sociologia, che era uscito allora; poi lo ripresi. Ma,
mentre il pensatore s’imponeva lentamente, imparavo a conoscere l’uomo, nel suo
stile e nelle sue opere. Quest’uomo raro, questa autentica personalità, che
m’incantò.[3]
Come ha ben
sintetizzato Paolo Bagnoli, il Burzio “tramite Pareto, scopre la sociologia che
diviene per lui la disciplina demiurgica per eccellenza”[4]
e quando dopo la parentesi del Fascismo l’Italia tonerà alla libertà, il saggio
burziano Eccellenza ed attualità del
liberalismo si fonderà sulla teoria delle élite che prende il suo avvio dall’opera di Gaetano Mosca, ma
soprattutto da Vilfredo Pareto.[5]
Per entrambi, per Vilfredo
e Filippo, la tensione essenziale della conoscenza, motore della ricerca
positiva è la scienza esatta, imparata nella facoltà di ingegneria torinese.
Pareto che “relega la metafisica fra le costruzioni verbali che si illudono di
dominare la realtà” invece “adora le matematiche” e proprio le matematiche
sembrano poter emigrare con successo dai calcoli strutturali della scienza
delle costruzioni, a quelli dell’economia. Per trovare la spiegazione del mondo
potranno le matematiche svelare un modello capace di misurare il futuro?
[1] Filippo Burzio, Pareto e altri, in Ritratti (1929), ora in Scritti
demiurgici, Torino : Utet Libreria, 1998, pp. 223-232. Una sintesi,
intitolata La personalità di Pareto
apparve sulle pagine della “Stampa” il 14 maggio 1924; ora ristampata in Il demiurgo quotidiano (2016).
[2] Si veda la lettera
inviata da Vilfredo Pareto a Filippo Burzio il 22 gennaio 1922 da Céligny.
[3] Filippo Burzio, Pareto e altri, in Scritti demiurgici, p. 227.
[4] Paolo Bagnoli, Una vita demiurgica, p.90.
[5] Ibid., p.217.
Nessun commento:
Posta un commento